STAMPA

FINESTRE AL'INTERNO DEL NOSTRO MONDO EMOZIONALE.

Due pere in posa su un tovagliolo scarlatto o quattro tulipani rossi dentro ad un vaso di coccio,una tovaglia candida, luci sapienti che creano ombre enigmatiche. Il set emerge da un fondale nero, piatto, lucido, impenetrabile; la quotidianità è messa in scena da Maurizio Zanotto che predilige frutta e fiori per raccontare succose microstorie di vita, presenze tanto rassicuranti quanto evocatrici di fluidi stati emozionali. Le sue sono metafore visive aperte al senso che ciascun individuo vi attribuisce seguendo il personale tracciato occhio-esperienza-memoria. Il pittore sa che viviamo nell'era telematica e dello sconfinato ciberspazio, incalzati dal frenetico scorrere di multiformi segnali visivi verso un'ineludibile dispersione. Il "virtuale" di Zanotto è programmatica volontà operativa in contrapposizione con il "reale" della natura da ricreare nell'opera. La mimesi è perfetta, virtuosistica. I suoi dipinti, ritagli di realtà riproposti in ambientazioni che magnetizzano lo sguardo, sono regni della pace e del silenzio, rasserenanti icone offerte al piacere della vista e all'incanto della riflessione. Il modo di procedere del pittore è scrupoloso, lento, paziente: con perfetta padronanza tecnica indaga ogni dettaglio e lo materializza sulla tela con un susseguirsi certosino di velature. Ogni passaggio di colore ad olio ha bisogno di diversi giorni per asciugarsi e solo trascorso l'intervalo giusto il lavoro può procedere nella definizione di sfumature e contrasti chiaroscurali. La pittura recupera la manualità artigiana del fare. E' l'energia, la forza-lavoro, il tempo trascorso nell'appropiarsi del particolare per ricrearlo identico e isieme trasfigurato nella finzione che differenzia i suoi elaborati dipinti dai veloci scatti fotografici. Paradossalmente la proposta di Maurizio Zanotto è eversiva: invita a fermarsi, a spegnere per un attimo computer e cellulare, passare dalla frettolosa attitudine del vedere al guardare e dal guardare al riflettere. Una proposta non urlata, ma offerta in frammenti di "vita silente" che, decorando i luoghi del nostro vivere, si aprono come finestre all'interno del nostro mondo emozionale.

Myriam Zerbi.